domenica 6 maggio 2018

L'ORA DEI FANTASMI: RACCONTI CRUDELI

OGNI PROMESSA È DEBITO
Pensavate che vi avrei lasciati nuovamente con un pugno di mosche in mano questo weekend, eh? Ebbene avevate torto, care amiche e amici del vostro beneamato Lettore Folle! La settimana scorso, ahimè, ho dovuto assentarmi poiché dopo aver falciato il prato Sabato, ho passato il resto della giornata e il quella dopo a recuperare sensibilità alla mano sinistra e per evitare di scrivere qualche castroneria ho ben pensato di rimandare a quest'oggi, 6 Maggio, il nuovo articolo che riguarderà qualcosa di diverso dal mondo delle nuvolette parlanti, anche se, a ben pensarci, in questo paio di settimane ho letto diverse cosucce interessanti di cui varrebbe la pena parlare! Eh va beh eheh, terrò il meglio in serbo per la prossima volta, sempre che capiate il serbo ovviamente eheheh! Avanti, cosa son quelle facce? Tra dylaniati ci si intende!!
Come dicevo poc'anzi, questa volta ho per voialtri un articolo diverso dal solito e, tanto per solleticare la vostra curiosità, sono al lavoro su un altro speciale come quello su Narnia (che se ve lo siete perso, mannaggia a voi! Recuperatevelo qui, eheh!!). Ma per ora bando alle ciance ed iniziamo subito!!

Racconti Crudeli (Villiers del'Isle Adam)
Due parole sull'autore
Jean Marie Mathias Philippe Auguste, nome chilometrico che identifica il conte Auguste de Villiers de 'Isle-Adam autore maledetto, pressoché rinnegato dalla famiglia, meglio noto, almeno per me, con l'appellativo del Poe di Francia. Nato nel 1838 e al suo debutto come autore drammatico la famiglia - o meglio suo padre - cerca quasi subito di mettergli i bastoni tra le ruote rinchiudendolo gentilmente nell'Abbazia di Solesmes, facendo richiesta di accogliere il figlio al priore della stessa, tuttavia amici ed ambiente parigino sono un richiamo troppo forte per una mente brillante in piena fioritura, così il suo soggiorno all'Abbazia dura ben meno del previsto.
Nel bagaglio culturale del conte fanno capolino la filosofia tedesca con preferenze volte a Hegel, inoltre il buon Jean Marie eccetera eccetera si lascia affascinare dal misticismo del buon Edgardo (mica per niente l'appellativo che gli ho appioppato ha un senso) Alano Poe, che rifulge in questa raccolta di Racconti Crudeli, dati alla luce nel 1883 nei quali la vena artistica del nostro buon conte attinge, oltretutto al suo rimosso, a causa di un paio di amori giovanili interrotti bruscamente e nel peggiore dei modi. 
Pochi anni più tardi viene colpito da un tumore all'intestino che se lo porterà via nell'agosto del 1889, lasciando un discreto vuoto tra i nomi minori e venendo ricordato con queste parole dal poeta Stephan Mallarmé, come riportato dall'introduzione de I Racconti Crudeli di Savelli Editore:

"Un genio! Tale noi lo riconoscemmo. In quella specie di conclave che, agli inizi di una generazione, riunisce dei giovani allo scopo di conservare almeno un riflesso del sacro fulgore, nell'eventualità che uno di essi possa un giorno svelarsi come l'eletto, noi lo sentimmo subito presente e provammo tutti lo stesso turbamento."

I Racconti
Sfortunatamente l'edizione Savelli Editore che ha attirato la mia attenzione qualche tempo fa su ebay riporta una ben minima selezione di racconti brevi dei Racconti Crudeli, pur rimanendo più che sufficiente a testimoniare il valore di Auguste, anche a distanza di alcune settimane dalla lettura del volume. Essi sono: Vera, Le signorine di Bienfilatre, Antonie, Il duca di Portland, Virginie e Paul, Il convitato dell'ultima cena, Tanto da ingannarsi, L'impazienza della folla, Sentimentalismo, Il presagio, Il desiderio di essere un uomo, I fiori delle tenebre, I briganti e La sconosciuta. Per un elenco completo dei Racconti Crudeli, invece, vi rimando alla pagina di wiki.
Nella lunghezza e forma più varia, le storie del nobile franco finiscono per dare il meglio del meglio con qualche pagina extra, piuttosto che nei super-brevi Tanto da ingannarsi, Antonine e specialmente la sarcastica Vox Populi hanno il loro perché. Dei sopracitati, tuttavia, i più meritevoli di menzione più accurata sono senza dubbio Vera, Il convitato all'ultima cenaI briganti e La sconosciuta.

Vera si rifà senza dubbio a quel capolavoro contemporaneo di Stevenson Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mr Hyde, almeno in parte. Il racconto parla infatti di un povero amante che alla morte della sua consorte decide di continuare a vivere con un unico domestico per far sì che il ricordo di lei all'interno dell'abitazione resti vivo e vegeto, fino a rivederla apparire, ad un anno dalla sua scomparsa, in forma eterea. Tuttavia, mentre il giovane l'abbraccia realizza che lei in verità è morta e rinchiusa nel mausoleo di famiglia e la sua immagine ivi sparisce, lasciando dietro di se unicamente la chiave del luogo di riposo. Classico ma sempre poetico amore gotico impossibile.

Il convitato all'ultima cena richiama prepotentemente il maestro Poe, ed a un ballo in maschera un gruppo di invitati si ritrova a dialogare con tale misterioso e poco loquace Signor Saturno il quale ha un diletto tutto particolare nel guardare la gente morire, come poi apprendono dal dottor Florian Les Eglisottes.

I briganti parla invece di uno spiacevole massacro di moschettieri inviati a dar la caccia ad un gruppo di briganti, la cui carriera di criminali è stata gonfiata a dismisura dai borghesi, poiché altro non sono che un gruppo di poveri ladri di galline. I moschettieri, capitati in una notte spaventevole di nebbia, finiscono col diventare preda del nervoso di aspettarsi un attacco da feroci banditi da un momento all'altro ed a un colpo accidentale partito da uno dei presenti, finiscono con l'impallinarsi a vicenda. I veri briganti, tuttavia, giungono sul posto solo a carneficina compiuta ed il loro capo, al macello, così commenta: "Fuggiamo a gambe levate e non mettiamo più piede in questo paese! [...] Riusciranno a provare... che siamo stati noi!"

Infine, dei brani che vi presento della raccolta, ho scelto La sconosciuta, che ripropone il tema dell'amore impossibile così come per Vera (ed anche per Sentimentalismo, che ho preferito tralasciare, anche se racchiude una serie di scambi di battute e arguzie nel dialogo tra i protagonisti, davvero meritevoli), questa volta però con un dialogo tra un giovine innamorato ed una ragazza bellissima ma con un difetto non da poco che l'ha portata a soffrire a lungo, finendo per non darsi più speranze e negando l'amore al giovane, poiché essendo sorda finisce per sentirsi data per scontata.

Per quel che mi riguarda credo proprio che prossimamente cercherò un'edizione completa dei Racconti Crudeli, anche se già quelli letti da questa vecchia edizione del 1980 rendono benissimo l'idea del livello elevatissimo di Villiers de l'Isle-Adam sono curiosissimo di leggere quelli mancanti all'appello che sono tutt'altro che pochi! Derivativi ma non troppo, profondi, riflessivi ma mai inutilmente arzigogolati più del necessario, tanto da renderli godibili e fluidi sempre e comunque, sono - ed erano - certamente qualità non comuni.
E voi li avete letti? Se sì, quale vi è piaciuto di più? Lasciate un commento qui sotto e, se volete, condividete!
Noi ci vediamo Domenica prossima con un nuovo post e una nuova lettura!


PS.: il mio preferito è Vera!!

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